giovedì 26 Dicembre 2024
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CASELLE – Il mondo di internet spiegato ai ragazzi

I ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo on line nelle ore che dovrebbero essere dedicate allo studio o allo sport, il 56.4% tra le 13 e le 19, o nelle ore in cui si potrebbe socializzare con i familiari, il 43.5% tra le 19 e le 23

CASELLE – I ragazzi tra gli 11 e i 18 anni trascorrono, in media, più di 5 ore al giorno on line (lo fa più dell’82 per cento dei giovani che hanno risposto al questionario somministrato a più di 20mila ragazzi dall’Osservatorio dell’associazione Social Warning – Movimento Etico Digitale): e se a quella percentuale si aggiunge quella del 12 per cento di coloro che ne trascorrono più di 3, si arriva alla soglia, preoccupante, del 95 per cento.

«Inoltre, è emerso che i ragazzi trascorrono la maggior parte del tempo on line nelle ore che dovrebbero essere dedicate allo studio o allo sport, il 56.4% tra le 13 e le 19, o nelle ore in cui si potrebbe socializzare con i familiari, il 43.5% tra le 19 e le 23 – spiega Luca Alberigo, formatore volontario e referente per il Piemonte dell’associazione – Un inquietante 20,4% dichiara di trascorrere online tutto il tempo libero. Infine, dall’Osservatorio sono emerse le app più utilizzate: WhatsApp al primo posto con il 90,4%, Instagram con 76,9% per il quale l’età minima “dovrebbe” essere 13 anni; YouTube con il 73,1% e TikTok con il 67,3%, anch’esso attivabile, in teoria, dai 13 anni in poi».

Dati che, assieme a molte altre informazioni, sono state snocciolate anche ai ragazzi delle scuole casellesi nel corso di incontri tenuti dallo stesso Alberigo: «Durante gli incontri, grazie a domande e risposte, ho scoperto che la quasi totalità dei nostri studenti possiede uno smartphone a uso esclusivo, utilizzabile senza la supervisione dei genitori e senza nemmeno l’impiego di app per il parental control o la limitazione oraria dell’utilizzo – aggiunge – Questo è un dato preoccupante per ciò che concerne l’esposizione a contenuti inappropriati e all’iperconnessione, che può portare a fenomeni di dipendenza, o comunque di ridotte capacità di concentrazione».

Non solo numeri e allarmi, comunque: «Criticità e rischi a parte, gli incontri sono strutturati proprio per porsi su un piano di confronto e non di giudizio con le ragazze e i ragazzi, che infatti sono partecipativi e coinvolti. Vengono presentate le opportunità derivanti da un uso consapevole dei dispositivi connessi, a partire dalla possibilità di socializzare, mantenere i rapporti interpersonali, informarsi e accedere a contenuti utili o interessanti, giocare online per migliorare aspetti quali coordinazione, riflessi, ma anche lo sviluppo di lealtà e spirito di squadra – prosegue – È stato interessante far emergere anche la difficoltà dei giovani partecipanti nel capire quali, tra le notizie condivise, fossero vere e quali fake news. E, allo stesso modo, tra diverse immagini proiettate, quali fossero foto reali e quali immagini generate con l’AI.

È stata una buona occasione per riflettere insieme sul rischio di usare la via semplice dell’intelligenza artificiale per fare ricerche, temi o risolvere problemi di matematica, sacrificando però lo sviluppo cognitivo nel mantenere il cervello in allenamento. Chissà se seguiranno il consiglio… Come sempre ringrazio la dirigente scolastica che mi ha invitato anche quest’anno a incontrare le alunne e gli alunni; il referente coordinatore per il bullismo e cyberbullismo e tutti i docenti che hanno accompagnato i ragazzi nell’auditorium. Soprattutto, però, ringrazio le ragazze e i ragazzi, spesso dipinti come una generazione superficiale, disinteressata, priva di valori e visione che, al contrario, mi dimostrano quanto sia edificante relazionarsi con loro, specie se lo si fa in maniera non giudicante».

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