MOMBARUZZO – E’ allarme in Piemonte, specialmente a Mombaruzzo, nella provincia di Asti, per il ritrovamento nei giorni di una carcassa di cinghiale positivo alla Psa.
E’ il primo caso di peste suina nella provincia di Asti, anche se già a dicembre, erano stati 16 i comuni della provincia ad esser stati inseriti nell’area con restrizioni più stringenti.
Ad accertarlo è l’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta che ha inserito il territorio di Mombaruzzo tra i 25 nuovi casi nell’area rossa di Piemonte e Liguria.
Diventano così 128 i comuni nelle due regioni con almeno una positività dall’inizio dell’epidemia, scoppiata a fine dicembre 2021.
I casi totali sono 1.207, di cui 638 in Liguria e 569 in Piemonte. In Liguria i 15 nuovi casi liguri sono stati rilevati in provincia di Genova, di cui 5 nel territorio di Genova: in Piemonte dei 9 casi uno nell’Astigiano e 8 in provincia di Alessandria.
Dopo tutte le positività riscontrate si è levato un accorato, se non disperato, appello da parte degli agricoltori che invocano anche l’intervento dell’esercito per procedere ed accelerarne l’abbattimento: “Già vent’anni fa dicevamo che la sottostima della fauna selvatica avrebbe danneggiato gravemente il comparto agricolo e l’allevamento. Oggi vediamo un immobilismo totale rispetto a quanto chiediamo da anni per l’eradicazione del problema. Il grido di allarme degli agricoltori non può più cadere inascoltato, bisogna che le autorità competenti intervengano al più presto, senza più tentennamenti, abbattendo il maggior numero possibile di cinghiali. A questo punto ribadiamo che l’unica soluzione possibile è l’impiego dell’esercito” commentano Gabriele Carenini, Presidente di Cia Piemonte e Marco Capra, Presidente di Cia Asti.
Gli stessi vertici di Confagricoltura hanno chiesto un incontro urgente al Commissario straordinario alla Psa Vincenzo Caputo: “ Bisogna evitare a tutti i costi che venga messa a repentaglio una voce così importante dell’economia piemontese” concludono.
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