LEINI – Sala consigliare praticamente esaurita, giovedì scorso, per l’incontro promosso da “Uniti per Leini” con la scrittrice, psicologa e psicoterapeuta famigliare Daniela Graglia. Partendo dalla sua ultima (per ora: altri progetti sono già in cantiere) fatica letteraria, “Pasticci di famiglia. Se pensi che sia difficile essere adolescente, prova a essere sua madre”, la serata ha toccato i vari temi trattati nel libro, nati dall’esperienza maturata dalla dottoressa Graglia non solo nella sua attività ambulatoriale ma anche grazie allo sportello di ascolto che da tempo gestisce in un liceo del torinese.
E quindi, riprendendo il titolo del libro, le difficoltà che, a volte, ci possono essere nel provare a comunicare con i propri figli adolescenti, e per le quali non esiste una ricetta unica dal momento che ogni ragazzo, ogni ragazza, fa storia a sé, ed è il “frutto” di quanto riesce ad assorbire in famiglia: «Anche se alla base di tutto devono esserci la disponibilità e la pazienza. Anche quando non è facile – ha spiegato Graglia – Dobbiamo essere capaci di far crescere la loro autostima, perché in questo modo riescano a gestire meglio le difficoltà che possono incontrare sul loro cammino, scolastico e non solo». E anche il tema della scuola, dell’ansia da prestazione, della paura di non essere all’altezza delle aspettative, è stato ampiamente discusso: «E in questo caso i genitori devono essere bravi a non far pesare eccessivamente un brutto voto. Spesso è solo un incidente di percorso che, prima o poi, può succedere a tutti», ha aggiunto.
Non è mancata, poi, un’ampia parentesi su uno dei temi “pesanti” del libro, vale a dire il bullismo (fenomeno tristemente di moda): «Un tema che affronto spesso con i bambini delle scuole – ha concluso – Facendo vestire ai bambini i panni dei vari attori presenti nelle scene di bullismo: il bullo, il suo assistente, il pubblico di supporto, la vittima, l’amico intimidito della vittima, i presenti assenti. Assumendo quei ruoli potevano provare cosa si sente dentro, quali emozioni vengono suscitate, come si sta. Ma era nei cambio dei ruoli, in cui il bullo diventa vittima e viceversa, che ciascuno di loro poteva realmente comprendere le diverse prospettive».
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