mercoledì 5 Febbraio 2025
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CHIAVERANO: Il Comune si trova senza Bilancio di previsione

Quattro consiglieri hanno votato contro a causa l’aumento dell’aliquota Irpef

CHIAVERANO – Dal Consiglio Comunale del 6 aprile, è arrivata una notizia inaspettata: il Bilancio di previsione per l’anno 2022 non è stato approvato.

Dopo lo svolgimento della seduta, il 7 aprile è stato pubblicato un avviso sul sito ufficiale del Comune che spiega le ragioni della decisione e contiene tutta l’amarezza del sindaco Maurizio Fiorentini che ha meditato le dimissioni, non effettuate solo per evitare che il Comune venga commissariato, in attesa delle lezioni 2023.

Alla seduta mancavano tre consiglieri; degli 8 presenti, Maurizio Fiorentini, Maurizio Tentarelli, Roberta Benetti e Cristina Amato erano a favore dell’approvazione del bilancio. Contrari, invece, Emiliano Iannone, Carlo Ardissono, Luciano Lauria e Giovanna di Nuzzo.

Per l’approvazione del bilancio era necessario approvare preventivamente una serie di delibere propedeutiche tra cui l’addizionale IRPEF comunale per l’anno 2022. Non essendoci stata una maggioranza di voti positivi, la delibera non è stata approvata e di conseguenza, il bilancio.

Questa scelta avrà delle ripercussioni non indifferenti sulle possibilità economiche del Comune che si vedrà molto limitato nel suo raggio d’azione. Senza lo stanziamento di nuovi fondi, l’Amministrazione non potrà pagare i fornitori, erogare contributi, avviare i lavori pubblici o fare acquisti.

Nel dettaglio, l’avviso afferma che: “Circa due mesi fa, in fase di preparazione del bilancio, il Segretario Comunale ci aveva comunicato che era necessario intervenire sulle aliquote IRPEF e/o IMU per coprire un “buco” di bilancio, spese molto maggiori degli anni passati per l’energia e il gas ed anche per minori gettiti delle imposte comunali a causa in particolare dell’emergenza COVID.

Dopo molte discussioni si era concordato tutti insieme che, dopo aver limato tutte le spese per quanto possibile (molte spese sono incomprimibili: stipendi, utenze, servizi, …), era necessario aumentare di un punto l’aliquota IRPEF e di un punto l’aliquota IMU.

E’ stata una scelta dolorosa ma presa, non potendo fare altrimenti, con l’impegno di tornare alle aliquote precedenti il prima possibile agendo, ad esempio, sulle spese che possono essere ridotte solo nel tempo come l’illuminazione pubblica ed il riscaldamento degli edifici pubblici (comune, scuole, pluriuso, teatro)

L’aumento dell’aliquota IRPEF dal 6 al 7 per mille tuttavia prevedeva, come negli anni passati, una soglia di esenzione di 10.000E.

Il giorno precedente il consiglio, nella lettura delle delibere, abbiamo riscontrato che nella delibera relativa all’IRPEF non era più prevista l’esenzione. Si è subito chiesto al Segretario la motivazione per questa assenza. La motivazione è stata poi anche ampiamente discussa nel corso del Consiglio Comunale ed è la seguente: in un comune gestito dallo stesso segretario la delibera IRPEF contenente una esenzione di 8.000E è stata respinta dal Ministero Economia e Finanze in quanto “verrebbe creato uno scaglione IRPEF non congruente con gli scaglioni effettivi” (il primo scaglione è di 15.000E).

Gli scaglioni attuali sono stati modificati a seguito delle legge di bilancio del 2021. Tuttavia, mentre è chiaro che il MEF non accetta una esenzione con scaglione fino a 8.000E (e di conseguenze sarebbe la stessa cosa anche per una esenzione da 10.000E) non è chiaro se una esenzione fino a 15.0000E sarebbe o meno accettata dal MEF.

Per tali ragioni il Segretario ha eliminato l’esenzione riservandosi di verificare con il MEF quale sia una possibile decisione corretta: assenza di esenzioni o esenzione a 15.000E?

Il problema è stato che di questa decisione non è stata data preventiva comunicazione alla giunta e consiglio e, solo in sede di dibattito, si è potuto discutere ed approfondire la questione.

Alla fine della discussione è emerso che, essendoci tempo fino al 31 maggio per deliberare sull’addizionale IRPEF e per approvare il bilancio, si poteva approvare la delibera senza esenzione, verificare subito dopo cosa richiede il MEF e poi eventualmente rettificare la delibera ed effettuare una variazione di bilancio.

C’è da tener presente che una esenzione a 15.000E comporterebbe nuovamente un “buco” di bilancio che andrebbe coperto con il taglio di spese non obbligatorie anche se necessarie (es: lo Scuolabus, il Centro Giovani).

Nonostante questa possibilità di rettifica successiva, quattro consiglieri hanno deciso di votare contro adducendo come motivazioni la mancata comunicazione preventiva del Segretario e la loro impossibilità a decidere sul momento

[…]Per l’approvazione di un nuovo bilancio, bisognerà attendere almeno un mese e mezzo, in seguito alla risposta del MEF si dovranno definire le azioni necessarie e l’ulteriore approvazione dal Revisore dei Conti, dal Responsabile Finanziario e dalla Giunta; successivamente dovrà essere depositato per 20 giorni e infine dovrà essere rimesso all’ordine del giorno del consiglio comunale.”

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