LOMBARDORE – Doveva essere una cerimonia tranquilla: da una parte il sindaco Rocco Barbetta, a rappresentare l’Amministrazione comunale, dall’altra le associazioni. In mezzo le chiavi degli spazi che fungeranno da sede dei vari sodalizi, perché possano operare al meglio a favore di Lombardore e dei lombardoresi, che dovevano essere consegnate ai vari direttivi. Doveva essere una cerimonia tranquilla, ma così non è stato. Perché al pronti via, il primo cittadino è partito con un attacco frontale nei confronti di presenti e assenti.
Presenti nel senso di Fidas, rea di aver portato l’autoemoteca per i prelievi, nel periodo di chiusura del sotto scuola, a Rivarossa e non a Lombardore (dimenticando che a Rivarossa è presente una struttura nella quale chi era in attesa del proprio turno poteva albergare, per non essere costretta a rimanere, in inverno, all’aperto, cosa che invece manca a Lombardore) e doppiamente rea di essere pilotata politicamente.
Assenti nel senso di opposizione consigliare, colpevole di aver addirittura promosso delle interrogazioni sul tema “sotto scuola”. E la replica dell’opposizione non si è fatta attendere: «In questa occasione, ancora una volta il sindaco ha dimostrato di non conoscere la parola “democrazia” – commentano Diego Bili, Metteo Papagni e Michele Deiro – Un sindaco dovrebbe ascoltare le opposizioni, e non denigrarle. Le nostre interrogazioni sono sempre state chiare e non interpretabili a proprio piacimento: e ricordiamo che esistono delle tempistiche che vanno rispettate nel rispondere, cosa che ultimamente non è avvenuta. E questa è sì una mancanza di rispetto, come pure quella di fissare appuntamenti senza dare possibilità di scelta di giorni e orari, nonostante il Comune abbia degli ampi margini di apertura al pubblico per dare la possibilità a cittadini e consiglieri di interfacciarsi con i vari funzionari. In questi ultimi trent’anni i sindaci Damiani, Bili e Mussetta hanno sempre seguito, aiutato e incentivato le associazioni, lombardoresi e non, mettendo a loro disposizione gli spazi necessari per svolgere al meglio le loro attività. Il sotto scuola, costruito dal sindaco Damiani e gestito in seguito dalle altre amministrazioni, è uno di questi. Dandogli una sistemata e una rinfrescata, e per farlo ci sono voluti più di due anni, il sindaco ha solo fatto il suo dovere».
A rincarare la dose Matteo Papagni, consigliere e componente del direttivo Fidas, e in quanto tale incappato più volte nelle ire del primo cittadino: «Sono indignato: se il sindaco aveva qualcosa da dire al sottoscritto poteva invitare anche l’opposizione alla cerimonia. Se voleva levarsi dei sassolini dalle scarpe poteva farlo col sottoscritto presente: in questo modo avuto potuto replicare. Oppure poteva discuterne in Consiglio comunale. Ma in una cerimonia come quella…beh, è davvero fuori luogo. È un sindaco poco democratico, che non coinvolge l’opposizione. Se lo facesse, certe polemiche non ci sarebbero».
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