BORGARO TORINESE – Giovedì 31 maggio è stata convocata una conferenza stampa in via Roma 2, nei locali della Società Operaia, anche sede del Partito Democratico.
Si è ritornati sull’archiviazione dell’esposto presentato dal Gruppo Latella contro il Pd, con l’accusa di peculato e svolgimento dell’attività politica nei locali del municipio. Ha spiegato l’ex sindaco Vincenzo Barrea: “Non a caso l’incontro si svolge in queste stanze. Non è vero che non ne disponevamo di altri ed eravamo costretti a imbustare al palazzo civico. Da qualche anno affittiamo nella Società Operaia”.
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Durante l’incontro non è emerso nulla di decisivo. Tuttavia i protagonisti hanno potuto togliersi qualche sassolino dalle scarpe. La “bufera legale” ha coinvolto l’ex sindaco Vincenzo Barrea, l’assessore Gianluigi Casotti, il capogruppo di maggioranza Giuseppe Ponchione e il coordinatore del Pd Marco Ricci.
Ha esordito Barrea: “ Si è atteso che la vicenda si concludesse. Hanno infangato il buon nome della città. Il Gruppo Latella si è distinto solo per questa vicenda”. Quindi ha aggiunto il coordinatore del Pd Marco Ricci: “ Nel mio caso è stato fatto un attacco alla persona per punirmi dell’espulsione di una persona dal Pd”. Barrea ha ripercorso le tappe della vicenda: “Si è spalato fango su un modello di amministrazione. Non avendo argomenti politici, si è portato tutto sul piano penale. Ogni volta che il Pubblico Ministero smontava un argomento, ne portavano degli altri. Si è sentito un rosario di temi come i contributi dati alle associazioni, l’uso dei locali comunali e il tesseramento del Pd. Si è cercato di dimostrare che c’era del marcio che non esiste. Ho trascorso 23 anni d’attività amministrativa senza aver avuto un rinvio a giudizio. Credo sia un valore. La magistratura ha dimostrato di far bene il proprio lavoro. L’obiettivo del Gruppo Latella era arrivare alle elezioni 2019 con questa situazione pendente. Il gioco è saltato. Se avessero un briciolo di dignità si sarebbero dovuti dimettere”.
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Ha aggiunto il capogruppo di maggioranza Giuseppe Ponchione: “Sono stato accusato di peculato dopo 40 anni d’onorata carriera politica. Io che non ho mai rubato. Non ho dormito per mesi”. Ha continuato Casotti: “Hanno cercato in tutti modi di accusarci portando una testimonianza anonima. Ma il giudice ci ha dato ragione”.
Ha concluso il sindaco Claudio Gambino: “ Si è chiusa una brutta pagina di storia cittadina”. Probabilmente ci saranno degli strascichi legali con la richiesta di risarcimento danni. Ma l’ultima parola spetta agli avvocati.
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