Cara Alessandra,
avevo un matrimonio perfetto, figli, una casa da sogno, un marito ricco e rispettato, che era anche cavaliere del lavoro. Poi, un giorno, senza preavviso, mi manda un messaggio dicendo: “Non mi aspettare, vado a vivere nella casa al mare!”
Ovviamente, pensavo fosse uno scherzo: “Hai bevuto troppo, no? A sessant’anni, sei padre, sei nonno, come puoi pensare di abbandonare la famiglia?”
Ma lui era serio, e mi ha detto che io lo facevo sentire una nullità, che non ero capace di capire che un uomo di sessant’anni vuole sentirsi desiderato come un giovane e non ha più voglia di farsi mettere sotto dai figli e dai nipoti.
Alla fine se n’è andato e ora sta con un’altra. Ti rendi conto? Ora fa l’amore con una donna che non sono io quando io e lui avevamo chiuso con il sesso ed io credevo che, a sessant’anni, certe cose fossero ormai definitivamente accantonate perché interessanti per i giovanissimi.
Gli ho solo ricordato che, quando morirà, spero che lo farà a casa con noi, non con qualcun altro. Lui ha diritto di morire in casa con i suoi familiari, nel suo letto, non trovi che sia più logico?
Gilda da Zurigo
Cara Gilda, sentivi di vivere un matrimonio da cartolina, figli perfetti, il marito cavaliere del lavoro, casa da sogno… eppure l’idillio si è incrinato solo perché tuo marito ha osato vivere? Tragedia! Un uomo di sessant’anni che rifiuta di fare da soprammobile nelle foto di famiglia! Scandalo! Come osa, lui, voler ancora sentirsi vivo e non solo “nonno” a tempo pieno?
Lo capisco, dev’essere stato scioccante per te scoprire che l’uomo che credevi ormai da “archiviare” in poltrona con la copertina, invece ha ancora ormoni, sogni, voglia. Tu dici: “pensavo che certe cose fossero solo per giovanissimi”. Ma ti ascolti? Hai già messo il cartello fine corsa su tutto. E lui, poveretto, ha solo avuto il coraggio di togliersi dal museo delle cere in cui l’avevi esposto.
E poi, scusami, la perla: “quando morirà, spero lo farà a casa con noi”. Ma… Gilda, sei sua moglie o la titolare di un’ agenzia di pompe funebri? Gli stai già prenotando il letto di morte, come se fosse una camera d’albergo con vista becchino. Dovremmo forse applaudire la tua dedizione al decesso coniugale?
Ti preoccupi della sua morte quando l’unica cosa che ha fatto è voler tornare a vivere. Ma certo, che egoista lui! Non morire a casa tua! Come osa voler vivere altrove? Perdonami, ma il tuo sogno segreto sembra essere quello di vederlo spirare con dignità nel tuo soggiorno, tra una foto dei nipotini e un centrino all’ uncinetto.
Ti dirò di più: sono in armonia totale con la scelta di tuo marito. Ha capito che “siamo niente senza fantasie”, come canta Renato Zero. E ha deciso che vivere non è un crimine, mentre invecchiare aspettando la bara, forse sì. Lui si è svegliato, tu invece sei rimasta a fare l’ addetta al reparto fine vita, reparto sentimentale incluso.
Un consiglio? Lascia che viva. E magari, se proprio vuoi accompagnarlo alla fine, fallo da viva anche tu. Perché la morte arriverà comunque, ma la vita, Gilda… quella te la stai perdendo tu.
Chiunque può scrivere un messaggio privato alla dottoressa Alessandra Hropich su questioni sentimentali, al seguente link:
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