Cara dottoressa Hropich,
ho sempre trasmesso a mia figlia valori solidi, l’ho mandata nelle migliori scuole e ho cercato di darle un’educazione che la guidasse verso un futuro rispettabile. Ha avuto le sue storie d’amore e fino a poco tempo fa frequentava Giulio, un bravo ragazzo che sembrava amarla davvero.
Qualche sera fa, durante una cena in famiglia con me, mio marito, la sua amica Barbara e il nostro cane Lulu’, tra una chiacchiera e un bicchiere di vino, mia figlia ha deciso di ‘confessarsi’. Con naturalezza ci ha detto: “Cari mamma e papà, ho trovato il lavoro perfetto. Guadagno bene, mi diverto e non devo nemmeno uscire di casa! Altro che ufficio e scartoffie noiose, io faccio soldi mostrando il mio corpo!”
Sul momento ho pensato che lavorasse nella moda, visto il suo bell’aspetto. Ma subito dopo, senza alcuna esitazione, ha aggiunto: “Faccio la content creator!” Quando le ho chiesto di cosa si trattasse, lei, quasi infastidita, mi ha risposto: “Mamma, non fare la gnorri. Faccio video sessuali su richiesta e gli uomini pagano per vedermi nuda e in posizioni esplicite.”
Mi è andato tutto di traverso. Non avrei mai immaginato che mia figlia potesse scegliere di vendere immagini del suo corpo. Ma la cosa che mi ha ferito ancora di più è stato il suo atteggiamento: lei e la sua amica ci guardavano con superiorità, come se io e mio marito fossimo due poveri ignoranti incapaci di comprendere la loro ‘modernità’.
Dottoressa, con il cuore di madre mortificato, le chiedo: dove abbiamo sbagliato? Come può una ragazza cresciuta con sani principi arrivare a vendere immagini del suo corpo?
Ma poi, cosa dirà la gente sapendo di un’attività tanto immorale?
Rita da Abano Terme
Cara Rita, capisco il tuo shock e la tua delusione. Scoprire che tua figlia ha scelto una strada così lontana dalle tue aspettative deve essere stato un colpo durissimo. Ma il problema non è solo ciò che fa, bensì il modo in cui ve lo ha comunicato: con leggerezza, quasi con una sfida, senza considerare l’impatto che avrebbe avuto su di voi.
Forse per lei è solo un modo per sentirsi libera e indipendente economicamente, ma per te e tuo marito rappresenta il crollo di un intero sistema di valori. Ti chiedi dove avete sbagliato, ma la verità è che i figli non sono copie dei genitori: possono crescere con determinati principi e, nonostante tutto, fare scelte completamente diverse. Questo non significa necessariamente che abbiate fallito.
Ora, la cosa più importante è cercare di capire. Non significa accettare né giustificare, ma comprendere. Chiedile cosa la spinge davvero a fare questo lavoro: è una scelta consapevole o si è lasciata attrarre dall’idea di guadagni facili? Si sente realizzata o dietro c’è un bisogno di conferme e di sentirsi desiderata? Non trasformate la questione in una guerra generazionale, altrimenti rischiate di allontanarla ancora di più.
Allo stesso tempo, anche lei deve rispettare il vostro dolore e le vostre perplessità. La libertà non è solo “faccio ciò che voglio”, ma anche “accetto che chi mi ama possa avere un’opinione diversa”. Il rispetto deve essere reciproco. Sicuramente vostra figlia non dovrebbe farvi sentire antiquati solo perché non vi entusiasma l’idea che faccia un lavoro tanto discusso. Bisogna farle capire che, pur essendo libera di scegliere, nessun genitore normalmente dice: ” Sarebbe il massimo della realizzazione se mia figlia vendesse immagini nude del suo corpo!”
Non sarà facile, ma mantenere il dialogo è l’unico modo per non perdere completamente il rapporto con lei.
Io, ad esempio, ho una parola magica che in genere fa aprire i miei interlocutori: “Perché?”
È davvero affascinante come una domanda semplice come “perché” possa scavare in profondità. Quando intervisto qualcuno, talvolta anche persone che potrebbero sembrare più sfacciate o difficili da avvicinare, il mio “perché?” ha un potere inaspettato. Non solo costringe l’interlocutore a fermarsi e riflettere sulle proprie motivazioni, ma crea anche un’atmosfera di vulnerabilità. Una domanda che apparentemente sembra chiedere una risposta banale, spesso rivela aspetti nascosti, emozioni non dette, o riflessioni che la persona non ha mai espresso prima.
La gente, magari, non si rende conto di quanto siano profonde le proprie motivazioni fino a quando non vengono stimolate da un’ intervista, ma tu, Rita, con curiosità sincera di madre (finta) sprovveduta, sei in grado di far emergere quelle risposte più intime, soltanto chiedendo più volte il perché ad ogni risposta che tua figlia ti darà.
“IL PARERE DELLA GENTE?” Conta meno di zero. Qualsiasi cosa faccia tua figlia, verrà comunque criticata. I “perché” che ti ho consigliato servono a capire, non a giudicare o farle cambiare idea per adeguarsi alla morale comune—che, tra l’ altro, non esiste. La società è piena di ipocriti: quelli che condannano di giorno, spesso, consumano di notte.
Quindi, niente sensi di colpa e niente permessi da chiedere. L’ importante è che tua figlia sia consapevole delle conseguenze delle sue scelte, non che si adegui alle chiacchiere altrui.
“Se vivi per il consenso degli altri, smetti di vivere per te stesso.”
Chiunque può scrivere un messaggio privato alla dottoressa Alessandra Hropich su questioni sentimentali, al seguente link:
https://www.facebook.com/La-mia-Posta-del-cuore-104883382245294/