martedì 14 Gennaio 2025
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CANAVESE – Più investimenti e produzione per le imprese canavesane

Timori per la frenata dell’export e del settore automotive


CANAVESE – I dati dell’Indagine Congiunturale sul primo trimestre 2025 per le imprese del Canavese fanno emergere una situazione certamente difficile, ma non completamente negativa ed aspettative sul livello del trimestre precedente, migliori in generale di quelle della media delle aziende piemontesi. Il comparto dei servizi resta ancora con un andamento più positivo rispetto a quelle delle aziende manifatturiere. Rimangono certamente tutti gli elementi di difficoltà che impattano sull’economia del territorio canavesano, come l’andamento del comparto dell’automotive, la crisi della Germania, i conflitti internazionali, il rallentamento generalizzato degli investimenti, anche per la difficoltà di accesso agli incentivi, tuttavia, per l’inizio dell’anno gli imprenditori del Canavese sembrano indicare una certa fiducia, se non proprio di crescita almeno non di ulteriore peggioramento.

Le imprese che prevedono un aumento prevalgono su quelle che indicano una diminuzione per la produzione con un saldo ottimisti/pessimisti di +2,5%, mentre per gli ordini totali le ottimiste superano le pessimiste di poco (+1,2%). In peggioramento i dati della redditività (-8,6%) e ancora negativi ma in leggero miglioramento quelli relativi all’export (-6,6%). Le attese dell’occupazione sono moderatamente positive (+3,3%) ma con un incremento al 20% delle imprese che prevedono nei prossimi tre mesi la Cassa integrazione guadagni. I prezzi industriali sono valutati in generale in crescita ed in particolare il 30,3% delle imprese vede un aumento per le materie prime, il 26,9% per l’energia e il 30,1% per logistica/trasporti. Si evidenzia anche un aumento del ritardo degli incassi che raggiunge il 32,1% degli intervistati. Infine, la previsione degli investimenti per i prossimi 12 mesi in Canavese modifica la sua composizione, con il calo al 22,8% delle imprese ne ha in programma di significativi, la crescita al 54,54% di chi li prevede marginali e comunque la diminuzione al 22,8% di chi proprio non investirà. Si registra, infine, un lieve calo del grado di utilizzazione degli impianti e delle risorse aziendali al 77%.

“Per questo primo trimestre del nuovo anno le imprese del Canavese prevedono di aumentare la produzione, addirittura accelerando dal +1,4% previsto per la fine del 2024 ad un +2,2% per l’inizio del 2025. Un dato positivo che è accompagnato dalla volontà del 22,8% dei nostri associati di investire in nuovi impianti. Si tratta di tendenze consolidate, che dimostrano come questo territorio possegga un tessuto economico eterogeneo, e quindi maggiormente in grado di assorbire uno scenario complesso e ricco di incognite come quello attuale. Se, come evidenza l’aumento del ricorso alla Cassa Integrazione, il 2025 sarà complesso, investimenti e attrattività devono quindi essere messi ancora di più al centro della nostra attività, proseguendo in quella prospettiva di sviluppo che da 80 anni guida l’attività di Confindustria Canavese” commenta Paolo Conta, presidente di Confindustria canavese.

DATI CONGIUNTURALE CONFINDUSTRIA PIEMONTE

Dall’indagine congiunturale realizzata a dicembre dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino tra un campione di quasi 1.300 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese, emergono dati che riflettono la complessità dello scenario economico nazionale ed europeo, con un clima di fiducia che si conferma in fase di contrazione e in linea con l’andamento dei trimestri precedenti. Condizionate dal generale quadro di incertezza, le imprese della regione affrontano il l primo trimestre 2025 con estrema cautela, pur manifestando segnali di reazione e la volontà di guardare oltre le difficoltà. Lo dimostra la tenuta degli investimenti, che rientrano nei programmi di quasi i tre quarti degli intervistati, fra cui il 23,6% preannuncia l’acquisto di nuove attrezzature. Analogamente, l’indice di utilizzo di impianti e risorse si attesta al 77% del pieno regime, in linea con lo scorso trimestre.

“Gli investimenti privati anche nel 2025 rappresentano la migliore politica industriale possibile. E ciò è tanto più vero per le pmi. Gli interventi inseriti nella manovra di bilancio sull’Ires premiale e i correttivi sul piano Industria 5.0, possono infatti tenere attiva questa fondamentale leva di sviluppo e crescita dimensionale delle imprese, integrandosi alle risorse che arrivano dal Pnrr dal fronte pubblico. Ciò sarà tanto più vero se il credito non sarà soffocato dal calo dei tassi, e se gli aumenti del costo dell’energia saranno gestiti senza allarmismi, intervenendo sul metodo di formazione del prezzo del gas. L’insieme di questi interventi, in un quadro oramai stabilmente complesso a livello geopolitico, è la premessa per tornare a crescere, mantenendo gli attuali livelli di occupazione e quindi di utilizzo degli impianti” commenda Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Gli indicatori evidenziano un avvio d’anno in cui prevale la prospettiva di riduzioni nella produzione (saldo ottimisti/pessimisti al -4,6%), negli ordini (-6%) e nella redditività (-8,2%), così come appaiono ridimensionate le attese sulle esportazioni (-9%). Restano positive le aspettative sui livelli occupazionali, seppur ridimensionate rispetto al precedente trimestre, con il 12,8% del campione che ne pronostica un aumento e il 10,4% che prevede un calo dell’impiego, per un indice di fiducia del +2,4%. Parallelamente, cresce il ricorso alla CIG, attivata dal 13,7% dei partecipanti all’indagine, e soprattutto in ambito manifatturiero, dove il 18,6% delle aziende intende farne uso.

A livello generale, aumentano le aziende che temono una crescita di costi energetici, materie prime e logistica, con tempi di pagamento che restano stabili e una diminuzione del numero di imprese con un carnet ordini di medio-lungo periodo, a favore di una visibilità inferiore ai tre mesi. Si conferma invece la tendenza che da oltre un anno vede una divergenza nell’andamento settoriale. Infatti, se da un lato nel comparto manifatturiero si rilevano sintomi di sofferenza (saldo fra ottimisti/pessimisti al – 12,7%), dall’altro il terziario prosegue la crescita avviata dalla pandemia in poi (saldo al + 13,7%), anche in virtù di una bassa incidenza dell’export che preserva maggiormente il mercato dei servizi dalle tensioni internazionali.

Guardando ai singoli settori, nell’industria si registrano previsioni sull’andamento della produzione diffusamente in calo, in particolare per le imprese metalmeccaniche: il saldo fra chi prevede una riduzione dei volumi nel trimestre e chi si attende un andamento stabile o in crescita, è al -21,8%, che diventa un -27,1% per le realtà dell’automotive e un -19,8% per quelle della meccatronica. Scenari simili nei comparti legno (-18,8%), tessile-abbigliamento (-11,6%), gomma-plastica (-4,7%), chimica (-4,0%), manifatture varie fra cui gioielli, giocattoli ecc. (-11,2% -), cartario – grafico (-3,7%). Indice di fiducia neutro per l’alimentare (tradizionalmente anticiclico e reduce dal picco di domanda di fine anno) e per l’area edilizia-impiantisti.

Su scala territoriale si osservano andamenti differenziati. Le attese sulla produzione si presentano negative in particolare nelle province di Vercelli, Biella, Alessandria e Novara, con saldi rispettivamente pari al -28,9%, -9,9%, -8,4% e -6,6%. Lieve prevalenza dei pessimisti anche a Cuneo e Verbania (entrambe al -2,3%), mentre il segno più nelle attese si registra a Torino, dove emerge una situazione di sostanziale equilibrio (+0,3%), ad Asti (+10,3%) e nel Canavese (+2,5%).

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