IVREA – Al via ieri, lunedì 6 gennaio 2025, giorno dell’Epifania, allo Storico Carnevale di Ivrea, edizione 2025. Il Generale Ulisse Falchieri ha fatto il suo debutto nel ruolo, accompagnato dal Sostituto Davide Luigi Diane, al suo terzo mandato, e dal Podestà Gianni Girardi, che ha vissuto il suo primo anno di incarico.
A mezzogiorno Piazza di Città si è gremita di persone giunte per assistere alla proclamazione del Generale, nonostante il meteo. Il Sostituto del Gran Cancelliere, Davide Luigi Diane, ha letto il Verbale di presentazione del Generale 2025. In un’atmosfera solenne, il Generale uscente Alberto Bossino ha simbolicamente passato la sciabola e la feluca al nuovo Generale, Ulisse Falchieri, che ha accettato l’incarico con grande fierezza ed emozione.
Nel pomeriggio, il Podestà Gianni Girardi ha preso parte alla tradizionale cerimonia del sale e del pane prima di dirigersi al Monte Stella per unirsi al corteo che, guidato dagli Alfieri, ha sfilato in Piazza Ottinetti, portando le bandiere delle antiche parrocchie cittadine.
La giornata si è conclusa con la cerimonia liturgica in Duomo, a cui hanno partecipato le autorità civili, militari e le componenti dello Storico Carnevale. In questa occasione, il Magnifico Podestà ha consegnato il cero votivo, simbolo di protezione della Madonna sulla città, a Monsignor Edoardo Cerrato. L’omelia del Vescovo, la sua ultima come guida spirituale della Diocesi di Ivrea, ha commosso profondamente i presenti, segnando un momento di grande significato per la comunità.
“Con questa parola, che mi è cara per la ricchezza dei suoi contenuti, – ha dichiarato Monsignor Cerrato – vi do il più cordiale benvenuto in Cattedrale, salutando tutta la Città che sento mia e che voi rendete presente partecipando, numerosi come sempre, a questo tradizionale momento, bello ed atteso. Fin dal mio arrivo a Ivrea mi sono rivolto a tutti chiamandovi “Amici”. E ora, alla ormai imminente conclusione del mio servizio alla Diocesi, desidero ringraziarvi per l’affetto e la benevolenza che in questi dodici anni ho trovato dentro la comunità cristiana e, con immenso piacere, anche fuori di essa.
Vi ringrazio di cuore, carissimi Eporediesi per essermi stati amici, e per aver donato la stessa l’amicizia anche alla mia cara mamma facendola sentire di casa in questa Città.
Vi ringrazio per le tante, tantissime, espressioni di affetto che, dal giorno in cui è stato annunciato il mio Successore, ho ricevuto, anche nella semplicità degli incontri per strada…
Porterò con me, nella nuova fase che nella mia vita si apre, un tesoro prezioso di relazioni e di affetti che non coinvolgono solo la sfera dei sentimenti, poiché “volersi bene” è “volere il bene dell’altro” e io sono pienamente concorde su quanto diceva il grande Benedetto XVI che mi ha inviato a Ivrea come Vescovo: “Esserci è un bene”, ed è “un bene che l’altro ci sia”.
Ogni persona umana è un valore prezioso: un essere unico e irripetibile, chiamato a vivere la sua unicità nella comunità, dentro ad una rete di rapporti e nella ricerca del bene comune. Grazie di cuore!”
E ha aggiunto: “Lo Storico Carnevale che oggi iniziamo, è l’ultimo a cui partecipo come Vescovo di Ivrea… Ad altro titolo spero di tornare a viverlo anche negli anni che verranno…
In occasione del primo che vissi con voi nel 2013 dissi che il Carnevale di Ivrea non è una “carnevalata”. Ne sono sempre stato convinto. Il suo spirito genuino è quello di una festa di popolo che rievoca momenti significativi della propria storia, alla quale la fede cristiana non solo non è estranea, ma è parte del suo stesso tessuto… Di qui nasce la presenza del Vescovo a tanti momenti della manifestazione: a partire dalla offerta del Cero alla Cattedrale.
In tutti questi anni, quella che potrebbe essere l’omelia di una celebrazione liturgica ho desiderato che avesse la forma di Discorso del Vescovo alla Città: rivolto non solo ai credenti e ai praticanti, ma a tutti, poiché la festa è la festa di tutti.
Così ho cercato, di anno in anno, di affrontare qualche tema: che significa oggi la liberazione dal tiranno? Che cos’è la vera libertà e che cosa comporta la battaglia di un popolo per la libertà? In che consiste l’unità del popolo, il nostro essere uniti? Qual è valore del sacrificio per essere liberi davvero? Quali le caratteristiche del nostro tempo, della sua cultura, della mentalità oggi diffusa?
Quest’anno vorrei proporre a tutti una riflessione a partire dal cammino dei Magi, i Tre Re alla cui chiesa, sul Monte Stella, siete saliti a portare omaggio.
Erano esperti di astronomia, e guardando una stella particolare, apparsa ai loro giorni nel cielo, sentirono di doversi mettersi in cammino per seguirne il corso!
Sono espressione, questi uomini, dell’uomo che ragionevolmente ascolta il desiderio più profondo del suo essere… Portavano in cuore, come ogni uomo, e proprio perché uomo, il desiderio di qualcosa a cui l’essere umano anela poiché sempre attende un “di più”, qualcosa che sta “oltre” tutto ciò che vedi, fai, dici, vivi…
È il desiderio profondamente umano cantato dai nostri poeti, riguardo ai quali possiamo dire ciò che il poeta latino Marziale affermava: “Pagina nostra sapit hominem”: ha sapore di uomo la nostra pagina…”. (Foto del Comitato Storico Carnevale di Ivrea)
© Riproduzione riservata - vietato l'utilizzo di testi, video e foto se non espressamente autorizzato dall'Editore
Per restare sempre informato con ObiettivoNews, iscriviti ai nostri canali gratuiti:
la newsletter di WhatsApp per le notizie di Cronaca (per iscriverti invia un WhatsApp con scritto NEWS ON al 342.8644960);
il nostro canale Telegram (ObiettivoNews);
il nostro canale WhatsApp https://whatsapp.com/channel/0029Va9vIQO30LKS6x1jWN14 con le notizie selezionate dalla nostra redazione.