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CUORGNÈ – Lo studio sull’ospedale: “esternalizzare alcuni servizi”

Lo studio ha lasciato tutti basiti

CUORGNÈ – “La volontà di incrementare l’attività di ricovero a carattere chirurgico dei due ospedali in esame, scelta strategica che mira al recupero di mobilità passiva ed al rilancio delle due strutture, si scontra con il sottodimensionamento del personale medico ed infermieristico dei presidi. Da qui la necessità di esternalizzare, mantenendo l’ASL la Direzione Sanitaria e Strategica, alcune attività ad un soggetto privato: Attività Operatoria, Attività Ambulatoriale per reclutamento pazienti; Ambulatorio per le Urgenze di Cuorgnè ed eventuale gestione dell’assistenza infermieristica nei reparti di area chirurgica.” Queste le parole scritte sullo studio effettuato da un’azienda esterna sullo stato attuale e sul futuro degli ospedali di Cuorgnè e Lanzo.


Sempre secondo lo studio “Serve un bacino di utenza sufficiente per il mantenimento del Pronto Soccorso; tuttavia la presenza di due DEA di riferimento spoke raggiungibili in meno di 60’ di percorrenza per tutti i comuni del distretto (escluso Ceresole Reale) ed il numero di accessi appropriati inferiore agli standard minimi delineati dalla normativa vigente e futura, suggeriscono di mantenere attiva la funzione ambulatorio per le piccole urgenze nelle 12 ore diurne.”

“Si tratta di uno studio, un’analisi che prende in considerazione non solo la questione della carenza di personale – dichiara il Consigliere Regionale, vicepresidente della commissione Sanità Andrea Cane  – ma anche i flussi di utilizzo del servizio. Le decisioni non sono mai campate in aria o prese per cattiveria. Si devono effettuare studi e analisi. Devono essere basate su dati concreti. Mi batto da anni per il mantenimento dell’ospedale di Cuorgnè, ma con un profilo basso, sottovoce, senza partecipare alla cosiddetta gara a chi butta più benzina sul fuoco delle polemiche. L’ospedale e il Punto di primo intervento di Cuorgnè hanno infatti bisogno di continua attenzione, che non farò mai mancare per la cittadinanza del territorio di cui io stesso faccio parte”.

Lo studio ha provocato invece una marea di polemiche sui social, oltre alle dichiarazioni giunte ai media.

“E dopo il Nuovo Ospedale del Canavese, che rischia di finire nel posto più scomodo per tutti (ndr. Oggi, 12 luglio 2023, verrà valutata in Commissione l’area sul quale realizzarlo), si aggiunge un’altra chicca, – dichiara Lorenzo Nicotra, Canavese Riformista – secondo l’ultimo studio della Regione Piemonte l’Ospedale di Cuorgnè andrebbe privatizzato!!! Questo è il livello di attenzione che la Regione Piemonte sta riservando alla salute dei Canavesani. Un anno fà si parlava della necessità di essere a 20 minuti dal primo Pronto Soccorso.  Per il Canavese è sufficiente essere a 60 minuti…  Evidentemente la nostra salute vale di meno.”

“L’obiettivo della Giunta Cirio si fa ogni giorno più chiaro: celebrare il funerale della sanità pubblica. Lo sta raggiungendo. – aggiunge Sarah Disabato, Capogruppo Regionale M5s Piemonte –

Dopo la messa in vendita dell’ospedale di Settimo Torinese e i tentativi di partenariato pubblico-privato per gli ospedali di Cuneo e Novara e per il Parco della Salute, l’Assessore con delega allo Smantellamento della Sanità Pubblica ha aggiunto all’elenco delle strutture da svendere ai privati anche gli ospedali di Lanzo e Cuorgnè, nell’ASL TO4. Lo dice uno studio commissionato dalla Regione Piemonte alla società “Agm project consulting”, che prescrive come panacea per tutti i mali l’esternalizzazione di alcune delle attività principali (con il mantenimento della direzione sanitaria in capo all’ASL).  Con un’interrogazione abbiamo portato la questione in Consiglio regionale, esprimendo tutta il nostro disappunto e chiedendo alla Giunta Cirio di avviare un tavolo di confronto con i sindaci, i sindacati ed i territori coinvolti per cercare soluzioni appropriate. Già risulta inaccettabile la recente chiusura del Pronto Soccorso di Cuorgnè, con disagi incredibili per la popolazione. Non accetteremo anche la svendita di queste importanti strutture.  La strada da seguire non è quella delle privatizzazioni, ma quella degli investimenti pubblici per potenziare gli ospedali e garantire un servizio degno di questo nome.” 

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