Sono felicemente single dopo una lunga relazione sofferta con un uomo con cui sono stata per dieci anni.
Agli inizi, credevo nel nostro amore, poi, dopo i primi tempi, iniziai a pensare che io fossi sbagliata visto che lui era diventato quasi subito freddo, cercando di capirne il motivo, iniziai a tradirlo ma sempre senza essere mai felice, io non volevo veramente andare con altri, io desideravo farlo ingelosire ed accanire ma lui nemmeno si accorgeva delle mie assenze da casa, ero sempre più delusa e lui sempre più indifferente. Fino al giorno in cui mi dice: “Se vuoi andartene, non devi chiedermi il permesso, sei libera!”
Mi crollò il mondo addosso in dieci secondi, vidi dieci anni buttati via.
Mi chiedo il perché di tutto questo ancora oggi, sento chiaramente di non amarlo ma cosa può avermi spinto tanto a lungo ad insistere per dieci lunghi anni con un uomo che non mi ha mai amato?
Ludovica da Cormano
Spesso ci fissiamo su una relazione senza futuro o finita perché non vogliamo accettare il fatto che sia arrivata al capolinea, il dolore che vediamo all’orizzonte, sembra essere troppo da sopportare e abbiamo paura di affrontarlo.
Rimanere in una situazione ormai stagnante non ci aiuta in alcun modo, anzi rimandare il momento del distacco e prendere atto del fatto che sono rimasti solo i ricordi di una storia, amplifica la paura della fine.
Ludovica, quanti anni si perdono aspettando che un lui qualsiasi inizi ad amarci?
Nel suo “dialogo” La Brevità della Vita” Seneca afferma che quando siamo veramente pronti a iniziare a “vivere”, la nostra vita è ormai passata. Non è che la nostra vita sia troppo breve: il problema è che noi perdiamo davvero troppo tempo. Rimandiamo, ci concentriamo su cose di poco conto o scarso valore, vaghiamo senza scopo attraverso la nostra vita senza avere nessun obiettivo.
Ascolto tante storie di donne e uomini alle prese con amori mai nati ma a lungo desiderati, non si può stare con un partner a lungo in attesa dell’ amore che arriverà, il tempo passa e si perdono migliaia di altre possibilità di amare.
La testardaggine ti ha portato a protrarre la tua relazione dieci anni ma mi raccontano di storie che si concludono dopo dodici, quindici anni ed oltre, alcuni mi raccontano della ferrea volontà di tenere in piedi una storia per speranza, puntiglio, stanchezza o paura della solitudine.
Chi ci ridà il tempo perduto?
Un amore vissuto non è mai sprecato ma troppi sono invece i casi di vana attesa del giorno in cui nascerà l’amore.
In una relazione senza amore, scatta spesso l’amor proprio di uno dei due che non vuole arrendersi ammettendo di aver perso solo tempo con la persona sbagliata e allora insiste inutilmente.
Per non parlare poi dei tanti casi in cui, quando la relazione è al capolinea e l’amore è il grande assente, si cerca con insistenza un bambino che dia un valido motivo per rafforzare la coppia (morta) queste sono le situazioni più gettonate in assoluto ed in genere, si resiste per un po’ dando un senso a tutto, ci si concentra dunque sul nuovo nato che diventa il motore della coppia, nulla a che vedere con l’amore tra i due ma motivo di resistenza.
Alcuni casi mi ricordano l’accanimento terapeutico, quando il paziente muore ma lo si fa soffrire di più, da malato, a forza di tentativi vani, anche in amore è così.
Ludovica, in generale, la testardaggine non serve se uno dei due non riesce proprio ad amare, non bisogna aspettare a lungo il miracolo.
Non dobbiamo raccontare a noi stessi delle scuse per non cambiare rotta, l’amore non si implora, non si elemosina nelle lunghe relazioni ma si deve svoltare subito andando invece a prendere di corsa ciò che sa di amore.
Chiunque può scrivere un messaggio privato alla dottoressa Alessandra Hropich su questioni sentimentali, al seguente link:
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