BURKINA FASO / FELETTO – Una raccolta fondi per aiutare il Governo del Burkina Faso a combattere i terroristi che stanno cercando di impadronirsi del Paese. Da oltre 6 anni il Burkina Faso è sotto assedio. Una guerra silenziosa, fuori dagli interessi internazionali, che da anni coinvolge anche il Mali. Un vero e proprio genocidio sul quale anche la Premier Giorgia Meloni sta cercando, già da qualche anno, di porre sotto i riflettori. I terroristi si sono già impadroniti di circa il 40% del Paese. Arrivano nei villaggi, uccidono gli uomini (accusati di combattere a fianco del Governo) e bruciano tutto. Oltre 2 milioni gli sfollati, soprattutto donne e bambini, per non parlare dei morti. Agli angoli delle strade si vedono bambini poveri, senza più una famiglia, chiedere l’elemosina. Il Governo, con la collaborazione dell’ONU, cerca di sistemare gli sfollati che dai villaggi assediati e distrutti si sono riversati nelle città; situazione non facile.
A fine gennaio il Governo guidato (in seguito al Colpo di Stato del 30 settembre 2022 che ha estromesso il Presidente Paul-Henri Sndaogo Damiba) da Ibrahim Traore, 34 anni, ha chiesto alla Francia di richiamare i soldati francesi, dopo le insurrezioni del popolo che non si sente difeso dalla Francia. A combattere il terrorismo ora sono i burkinabè, che difendono la loro terra, la loro Patria a costo della vita. Sono circa 50mila i burkinabè stessi che hanno raccolto l’appello del Presidente Traore per combattere questo massacro. Lui ne aveva richiesti 15mila, ma in moltissimi hanno risposto all’appello, tutti pronti a difendere la loro Patria, le loro radici, seguendo le orme del Presidente rivoluzionario Thomas Sankara, ucciso il 15 ottobre 1987: “Bisogna osare per inventarsi l’avvenire”. Burkina Faso significa “La terra degli uomini integri”, ed è proprio integrità ciò che la popolazione sta dimostrando in questa guerra.
Anche i burkinabè che si trovano qui in Piemonte (Canavese compreso), Liguria e Valle d’Aosta, si sono mossi per raccogliere fondi da inviare al Governo, perchè le guerre costano. L’iniziativa è partita dal Consiglio Superiore del Bukinabè all’Estero guidato dal delegato Patrice Kobanka.
“Abbiamo raccolto 3.010 euro e abbiamo aggiunto 50 euro in modo da arrivare alla cifra di 3.060 euro che equivale alla cifra tonda di 2 milioni di franchi cfa – spiega Eddy Traore, operaio in fabbrica, mediatore culturale e consigliere comunale a Feletto – gli abbiamo dati ad una persona che è in Burkina Faso e che li ha versati al Governo. Questo è il nostro modo di essere volontari e contribuire per la Patria. Questa raccolta ha permesso di conoscerci e di parlare del nostro Paese, dei problemi. Noi siamo qui, ma il nostro cuore è sempre in Burkina Faso dove si trovano le nostre radici. Ed è quello che cercano di fare i terroristi: distruggere le nostre radici e portarci via il Paese, facendoci morire due volte. Temiamo che possa scomparire. Dobbiamo essere uniti per la nostra Terra. Non siamo contro i francesi, ma contro la politica della Francia che non ci sta aiutando. Anche la moneta adottata, il franco cfa, crea povertà. Se si lasciasse l’Africa agli africani, se ci fosse giustizia, le cose andrebbero meglio e non esisterebbero tanti immigrati in occidente. Perchè siamo legati alla nostra terra e non andiamo via volentieri.”
E conclude: “Invito l’opinione pubblica a cercare la verità. A conoscere quello che sta passando il Burkina Faso. A sapere di tutte le persone rimaste là a combattere e a morire per la propria Patria.”
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