venerdì 27 Dicembre 2024
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LEINI/VOLPIANO/SAN BENIGNO – L’odissea degli studenti che devono raggiungere Caluso

Le loro famiglie sono costrette a gestire il percorso casa - scuola e ritorno in autonomia. Con le combinazioni di mezzi già esistenti gli studenti impiegano circa un’ora e venti minuti per l’andata, e due ore e mezza per il ritorno

LEINI/VOLPIANO/SAN BENIGNO – La scuola è ricominciata, e con la scuola sono ricominciati i problemi. Non per i ragazzi di Leini, Volpiano e San Benigno che frequentano gli istituti “Ubertini” e “Martinetti” (e quindi liceo scientifico, scientifico sportivo, linguistico, scienze applicate e artistico, tecnico turistico, chimico ambientale, chimico sanitario, tecnico agrario e professionale aberghiero) di Caluso, quanto per le loro famiglie che devono gestire il percorso casa – scuola e ritorno in autonomia. Cioè portandoli avanti e indietro in auto. «E se non fosse per il problema legato al trasporto – spiegano i genitori promotori di una petizione – le due scuole, che offrono una formazione di ottimo livello, sarebbero scelte da molte più famiglie». Basterebbe cambiare scuola, potrebbe dire qualcuno. Già, peccato che, per esempio, le porte del “Moro” di Rivarolo siano chiuse per i volpianesi, dal momento che le richieste sono troppe, e che alcuni indirizzi si trovino solo a Torino o, addirittura, a Pianezza.

La soluzione per ovviare a lunghe attese e tempi biblici per riuscire a coprire con il trasporto pubblico quei quindici maledetti chilometri, è piuttosto semplice. Anticipare di una decina di minuti, non di più, la corsa tra Torino e Ivrea per consentire una fermata a Caluso: «Gli orari attuali collimano perfettamente con quelli di entrata e uscita dalla scuola, e la scuola stessa non avrebbe problemi a concedere l’uscita anticipata di 5 minuti per permettere ai ragazzi di prendere il mezzo». Ma niente, la proposta non è stata accolta.

Per l’Agenzia per la Mobilità Piemontese, cui amministratori e dirigenti scolastici si sono rivolti, quei dieci minuti rappresenterebbero: «…un incremento della produzione con conseguenti maggiori oneri economici attualmente non nella disponibilità dell’Agenzia, e causerebbero altre significative perturbazioni del servizio», qualunque cosa voglia dire. Certo, se i sindaci contribuissero con 40mila euro sarebbe possibile mettere in pista un nuovo servizio su quella tratta, ma l’ipotesi è remota. In caso contrario non resta che attendere l’istituzione di una linea di gronda da Leini a Chivasso, la cui possibile attuazione è in fase di studio (quindi i tempi non sono brevi e il risultato non è certo), oppure sfruttare le combinazioni di mezzi già esistenti, il che vuol dire grosso modo, impiegare circa un’ora e venti minuti per l’andata, e due ore e mezza per il ritorno: «E senza contare che, trattandosi di linee diverse, servirebbero due diversi abbonamenti, con un costo non indifferente. Resta, comunque, una terza possibilità. Quella di andare avanti e indietro tutti i giorni in auto. Nonostante ci continuino a dire che bisogna usare il trasporto pubblico, e non quello privato, per inquinare meno…».

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