CANAVESE – L’Ospedale del Canavese. Un’opera importante e voluta da tutti, ma anche oggetto di discussione a partire dalla location su cui dovrà sorgere.
Italia Viva ha inviato una nota ai media, firmata da Italia Viva Comitato Sanità Canavese (Simona Randaccio, Monica Vittone e Sergio Bretti), Italia Viva Comitato Sanità Eporediese (Paolo Bertolino, Marilina Paduano e Paolo Cominetto) e dai Coordinatori di Italia Viva Provincia di Torino (Mariangela Ferrero e Roberto Gentile), dove viene illustrato il pensiero del partito. La pubblichiamo qui integralmente:
“La pandemia di Covid 19 ha portato alla luce carenze e inefficienze di un sistema sanitario oramai inadeguato rispetto all’utenza e alle emergenze pandemiche.
L’ area del Canavese conta, infatti, un bacino di utenza di circa 175.000 abitanti e, anche a causa del Covid, è emersa la necessità, non più rinviabile, della costruzione del Nuovo Ospedale del Canavese.
Italia Viva provincia di Torino e i suoi comitati dell’Eporediese e del Canavese, premesso che sono favorevoli all’utilizzo dei fondi MES, ritengono che la nuova struttura debba essere a servizio dell’ intera popolazione Canavesana, superando una volta per tutte il concetto di SOLO ospedale cittadino.
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La struttura del nuovo Ospedale deve essere modulare, scalabile e sempre aperta alle mutevoli esigenze del Territorio.
L’Ospedale inoltre deve essere collocato in un’area che sia accessibile in modo agevole tramite un’adeguata rete infrastrutturale e posto, preferibilmente, in un sito periferico ma comunque prossimo ad un centro abitato, tale da poter fornire una molteplicità di integrazioni e di servizi ausiliari.
L’area dell’ Eporediese si presta particolarmente a questo fine, se si vuole considerare il nuovo Ospedale anche come terreno di sviluppo di un Campus Formativo Medico ed Infermieristico, vista già la presenza del Corso di Laurea Infermieristica sul territorio e vista tutta la tradizione olivettiana, che consentirebbe un elevato supporto informatico alla struttura e lo sviluppo della telemedicina.
Le aree che potrebbero essere adatte a questo scopo sono comunque diverse e tutte presentano limiti e opportunità. Italia Viva provincia di Torino ritiene tuttavia che la valutazione della o delle migliori candidate debba essere effettuata avendo una visione a lungo termine di quelle che potranno essere le prevedibili richieste di flessibilità funzionale e le eventuali necessità di ulteriore ampliamento dei servizi dell’ospedale.
Alla luce del dibattito che si è aperto sul nuovo ospedale, riteniamo che vi sia una urgente necessità di confronto franco e chiaro fra gli amministratori locali, l’expertise professionale della ASL e gli stakeholders del territorio e quindi con la Regione Piemonte, che a sua volta dovrà fornire chiare informazioni rilevanti rispetto al tipo di struttura che questa intende realizzare, al livello di complessità ritenuto sostenibile con indicazioni precise rispetto ai reparti e ai posti letto previsti, che incidono direttamente sull’estensione dell’area di sviluppo e soprattutto le risorse che sarebbero allocate per la costruzione dell’opera.
Appare chiaro che la conoscenza di tutti questi dati indicati sarebbe utile, se non indispensabile, per una consapevole e ragionata individuazione di un’ area adatta nel territorio, avendo comunque sempre presente la necessità di servire per le maggiori complessità cliniche sia l’area eporediese sia insieme quella del canavese occidentale.”
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