SAN GIORGIO CANAVESE – Incontro, nella serata di ieri, venerdì 21 giugno, presso il Castello dei Conti di Biandrate a San Giorgio Canavese, con il Comandante Alfa, cofondatore del GIS (Gruppo di Intervento Speciale) dei Carabinieri.
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L’evento è stato patrocinato dal Comune di San Giorgio Canavese e dall’Associazione Paracadutisti del Canavese e in collaborazione con la Società Cooperativa Sociale Orchidea. Presente alla serata, moderata dallo scrittore e giornalista Meo Ponte, anche il Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone.
Il Comandante Alfa, costantemente con il volto coperto dal mefisto (in pubblico), per non far riconoscere la sua identità a salvaguardia della sua incolumità, ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa, prima di relazionarsi con il pubblico durante la presentazione del suo ultimo libro “Missioni Segrete”.
Il GIS (Gruppo di Intervento Speciale) è stato istituito il 6 febbraio 1978, in piena emergenza terrorismo, per idea, impulso e direttiva dell’allora Ministro dell’Interno, On. Francesco Cossiga, che aveva visitato numerosi Paesi europei al fine di acquisire un’approfondita conoscenza dei rispettivi reparti speciali. Il Comandante Alfa è uno dei sei uomini che fecero parte del GIS per primi, costituendolo.
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L’evolversi, in quel periodo, di fenomeni terroristici e di forme di disturbo dell’ordine pubblico richiese la costituzione di un’apposita unità per l’impiego in operazioni speciali anti-terrorismo e anti-guerriglia, con carabinieri tratti dall’allora Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” perché particolarmente addestrati ad intervenire nelle situazioni più rischiose anche in presenza di ostaggi. A distinguerli è proprio la delicatezza nelle situazioni, è il pensare a tutto prevedendo le reazioni, e aprire il fuoco solo in estrema necessità.
D’istanza a Livorno, il G.I.S., dipende per l’impiego dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ed è inquadrato nella 2^ Brigata Mobile. Attualmente fornisce anche un supporto altamente qualificato ai reparti territoriali in occasione d’ importanti operazioni di polizia.
Durante la conferenza e la serata, il Comandante Alfa ha raccontato alcune missioni particolari, sottolineando che se le ricorda tutte nei dettagli.
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Una vita di sacrifici: “Ringrazio mia moglie. È stata mia complice, mi è stata vicina senza mai interferire nelle mie missioni, senza chiedermi mai nulla.”
È il terzo libro che presenta. “I miei libri hanno l’obiettivo non soltanto di far conoscere agli italiani cosa è accaduto, ma di lanciare un messaggio ai giovani: se credi fortemente agli obiettivi che ti sei prefissato, li puoi raggiungere”.
Ed è proprio per i giovani che il Comandante Alfa ha un sogno, un obiettivo che sta cercando di portare a compimento: realizzare un’accademia, un posto dove possano addestrarsi, oltre alle Forze dell’ordine, anche i giovani. Dove c’è rigore, disciplina, educazione e allo stesso tempo dove si crea l’adrenalina che i ragazzi cercano, sempre in sicurezza. Un progetto ambizioso che sta nascendo nei pressi di Roma e che sarà aperto a tutti. Ambizioso e costoso, ed è per questo che lancia un appello alle istituzioni per avere un sostegno. Sarebbe la prima accademia di questo genere, in Italia.
Nato a Castelvetrano nel 1951, il Comandante Alfa ha parlato anche del suo paese natio, chiamato “paradiso fiscale”, ma non è così: “Non si pagano le tasse perchè non c’è lavoro. La gente ha paura della mafia, ma la mafia non è più la stessa, e non è solo lì, è ovunque. Spero che si possa aiutare Castelvetrano a rinascere.”
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