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CANAVESE – Cos’è l’influenza. I numeri. Il piano aziendale per la gestione dell’iperafflusso

CANAVESE – Per fronteggiare l’elevato numero di ricoveri necessari è stata data piena attuazione al Piano aziendale di gestione dell’iperafflusso.

“Sono stati fortemente coinvolti i dipartimenti delle Direzioni mediche ospedaliere e il Responsabile del personale del comparto – spiega il Direttore Generale dell’ASL TO4, dottor Lorenzo Ardissone – per mettere a disposizione di tutti i nostri Presidi ospedalieri i posti letto reperiti nelle “aree polmone”. I ricoveri sono stati effettuati nelle aree di degenza dei Pronto Soccorso ed è stata potenziata la disponibilità di posti letto nei reparti ospedalieri di degenza ordinaria. Sono anche stati fortemente coinvolti i Direttori di distretto e il territorio con l’opportunità di favorire il trasferimento di pazienti, laddove indicato, nei posti letto di continuità assistenziale e di lungodegenza”. “Tutte le risorse necessarie, di personale e di disponibilità di posti letto – conclude il dottor Ardissone – sono state messe in campo”.

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Nello specifico, l’Azienda ha definito una procedura aziendale che ha lo scopo di strutturare il flusso di disponibilità di posti letto presenti nella rete degli Ospedali aziendali e sul territorio. In questo modo, peraltro, si permette un celere trasferimento delle persone assistite dalle strutture ospedaliere aziendali alle strutture deputate al ricovero in post acuzie e, di conseguenza, si rendono disponibili posti letto per il ricovero per acuti. L’obiettivo finale è quello di evitare disagi agli utenti. Gli infermieri dei NOCC (Nuclei Ospedalieri Continuità delle Cure) quotidianamente supportano gli operatori dei Pronto Soccorso nella ricerca del posto letto all’interno dell’ospedale per chi deve essere ricoverato o sul territorio per chi deve essere trasferito in strutture territoriali deputate al ricovero dei pazienti in post acuzie, cioè le strutture con posti letto di lungodegenza e di CAVS (nucleo di Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria, struttura sanitaria intermedia tra ospedale e territorio a valenza territoriale).

Inoltre, sulla base della nota del Direttore Generale Sanità Piemonte dell’8 gennaio 2018 da questa settimana si sta dando applicazione a quanto contenuto nella Deliberazione di Giunta Regionale 72-14420 del 20.12.2004, che ritrova applicazione temporanea per il periodo emergenziale e limitato dal 1° gennaio al 31 marzo 2018 fermo restando che coloro che saranno inseriti in RSA fino alla data del 31 marzo potranno concludere il percorso avviato.

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Il percorso assistenziale, per il periodo limitato di cui sopra, prevede una durata massima di 60 giorni in base alle necessità assistenziali della persona ed è totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale .

Sempre con l’obiettivo di  velocizzare la disponibilità reale dei posti letto, presso le degenze di area medica e chirurgica sono disponibili 6 poltrone per ogni ospedale sede di DEA (discharge room) per l’accoglienza di pazienti dimessi, ma ancora stazionanti in ospedale per ragioni organizzative o personali. Sono posti dedicati alle persone adulte che non necessitano di posto letto e alle persone dimesse dall’area medica e chirurgica in attesa di documentazione per la dimissione o in attesa di parenti.

E’ stato, inoltre, deciso di potenziare l’attività clinica attivando le procedure per l’acquisizione di 4 radiologi di ruolo e di 4 cardiologi (2 a tempo determinato e 2 di ruolo) e di potenziare l’attività assistenziale con l’acquisizione temporanea di 18 infermieri e 17 Operatori Socio Sanitari (OSS).

E’ già stato bandito un avviso per reclutare personale tra i medici di famiglia e di continuità assistenziale  (ex guardia medica) per fornire collaborazione ai medici di pronto soccorso per le patologie definite a minore complessità secondo le modalità previste dall’accordo regionale integrativo.

Al momento, e con un lavoro in progress, è stato deciso di mantenere la riduzione dell’attività chirurgica al livello di quella svolta nelle festività natalizie e di fine anno, anche per la settimana 8/12 gennaio, istituendo una cabina di monitoraggio composta dalla Direzione Generale, dalle Direzioni Mediche di Presidio, dai Direttori del Dipartimento Medico e del Dipartimento Chirurgico, dal Responsabile del Servizio di Igiene Pubblica, dai Direttori di Distretto e dalla Responsabile delle Professioni del Comparto.

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Viene garantita l’attività chirugica d’urgenza e oncologica.

La cabina di monitoraggio, sulla base dei dati epidemiologici, dei dati di occupazione dei posti letto, dei passaggi in pronto soccorso e delle risultanze delle operazioni di dimissione sia in post acuzie sia in Rsa sia al domicilio, aggiorna costantemente la situazione al fine di decidere consapevolmente e con prudenza eventuali aumenti dell’attività chirurgica.

In ogni caso, al fine di aumentare i posti letto a disposizione dei pazienti di area medica sono stati, temporaneamente, riconvertiti:

18 posti letto week surgery del Presidio Ospedaliero di Ivrea

10 posti letto day surgery del Presidio Ospedaliero di Ciriè

6 posti letto day surgery del Presidio Ospedale di Chivasso

12 posti letto day surgery del Presidio Ospedaliero di Cuorgnè.

Sono stati anche aggiunti, sempre per il periodo di iperafflusso, ulteriori 6 posti letto presso la Clinica Eporediese, al di fuori del budget contrattato ai sensi della Deliberazione di Giunta Regionale 9 dicembre 2015, n. 43-2578.

Giornalmente le informazioni sulle disponibilità dei letti nei vari Presidi, nelle strutture di post acuzie, nei CAVS e nelle RSA ad alta incrementata vengono condivise dalle Direzioni Mediche Ospedaliere e dai Direttori di Distretto.

Tutte le azioni intraprese e in divenire verranno, inoltre, illustrate alle Organizzazioni Sindacali nei prossimi giorni.

Cos’è l’influenza

L’influenza è una malattia respiratoria acuta dovuta all’infezione da virus influenzali, che si verifica durante il periodo invernale. I sintomi sono comuni a molte altre malattie: febbre (generalmente accompagnata da brividi), mal di testa, malessere generale, mancanza di appetito, dolori muscolari e osteoarticolari, sintomi respiratori (tosse, mal di gola, congestione nasale), congiuntivite. Soprattutto nei bambini si possono manifestare anche sintomi a carico dell’apparato gastro-intestinale (nausea, vomito, diarrea).

I sintomi dell’influenza possono essere provocati, oltre che dai virus influenzali, anche da molti altri virus che provocano affezioni del tutto indistinguibili, dal punto di vista clinico, dall’influenza (adenovirus, rhinovirus, virus sinciziale respiratorio, etc.).

A fini epidemiologici il termine influenza è riservato ai soli casi clinici di cui è disponibile la conferma laboratoristica della presenza del virus influenzale mentre tutte le altre manifestazioni sono ricomprese nel termine “sindrome influenzale”.

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L’influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse, lo starnuto o anche semplicemente parlando. Il periodo di contagiosità comincia un po’ prima che si manifestino i primi sintomi (malessere, etc.) e si prolunga per 3-5 giorni. Il virus dell’influenza, che resiste molto bene nell’ambiente esterno in situazioni di bassa temperatura e umidità, si diffonde facilmente negli ambienti affollati.

Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a modificare continuamente le proprie caratteristiche immunitarie riducendo in questo modo l’effetto protettivo dovuto alle pregresse infezioni. Per questo motivo la composizione del vaccino deve essere aggiornata tutti gli anni.

Come si previene l’Influenza

La vaccinazione antinfluenzale rappresenta il mezzo più efficace e sicuro per prevenire l’influenza e le sue complicanze.

Ci sono, poi, alcune semplici azioni che aiutano a prevenire la diffusione di malattie infettive in generale e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza:

coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto usato nella spazzatura o nella biancheria da lavare;

lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo avere tossito e starnutito, o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; se acqua e sapone non sono disponibili, è possibile usare in alternativa soluzioni detergenti a base di alcol;

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evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i microrganismi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono in questo modo. Anche fumando aumenta il rischio;

rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone, nonché ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti (superinfezioni) da parte di altri batteri o virus;

non recarsi in Pronto Soccorso se non per situazioni cliniche severe, possibilmente valutate dal medico di famiglia o dai medici della continuità assistenziale (ex guardia medica).

Come si cura l’influenza

In caso di sintomatologia influenzale è opportuno rivolgersi al proprio medico curante. Nei confronti dell’influenza può essere messa in atto una terapia che agisca sui sintomi, con farmaci antipiretici (che abbassano la febbre), analgesici (che agiscono sul senso di malessere, sulla cefalea e sui dolori articolari e muscolari) e antinfiammatori.

Il trattamento sintomatico, l’opportuna idratazione e il riposo (per 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre) sono sufficienti nella maggior parte dei casi di influenza non complicata; in presenza di complicanze (polmonari o di altro tipo) va naturalmente prescritta e somministrata una terapia specifica sotto controllo medico.

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Gli antibiotici sono attivi solo contro le infezioni batteriche e perciò, nell’influenza (di origine virale) non hanno alcun effetto. Costituiscono un presidio importante solo in caso di complicanze batteriche. È importante evitarne l’uso indiscriminato e l’indicazione al loro uso va riservata al medico.

I numeri dell’influenza

A livello nazionale, i dati InfluNet  (sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica e virologica dell’influenza coordinata dal Ministero della Salute) mostrano un aumento dei casi a partire dalla settimana 4-10 dicembre 2017. Gli ultimi dati disponibili, riferiti alla settimana dal 25 al 31 dicembre scorsi, segnalano che continua l’ascesa della curva epidemica, in modo sostanzialmente sovrapponibile a quello della scorsa stagione 2016-2017, con un’incidenza nazionale settimanale di circa 11 casi per 1000 assistiti. La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 29 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni pari a 19. Un brusco aumento anche negli anziani in cui l’incidenza settimanale è pari a circa 6 casi per mille assistiti.

In modo particolare, sono stati interessati dall’epidemia influenzale gli abitanti del Piemonte, della Provincia autonoma di Trento, dell’Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio e della Calabria.

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Gli ultimi dati disponibili del Piemonte, elaborati dal SEREMI (Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive), evidenziano, nella stessa settimana dal 25 al 31 dicembre 2017, un ulteriore e deciso aumento dell’incidenza settimanale dell’influenza con un valore di 15 casi per 1000 assistiti. Nonostante ciò, non vi è alcun incremento della mortalità. Il numero dei casi è aumentato in tutte le fasce d’età: l’incidenza settimanale nella fascia pediatrica (0-14 anni) è di 34 casi per 1000 assistiti, come al solito la fascia d’età più colpita; per le persone tra i 15 e i 64 anni è di 14,5 casi per 1000 assistiti; per le persone con più di 64 anni è di 8 casi per 1000 assistiti. In Piemonte, dall’inizio dell’epidemia influenzale, sono stati segnalati soltanto 2 casi gravi e nessun decesso.

In sintesi, il virus influenzale della stagione 2017-2018 non presenta caratteristiche di particolare aggressività rispetto al passato. Non vi è alcun incremento di mortalità rispetto al normale andamento dell’influenza, che, quindi, al momento non rappresenta in alcun modo un’emergenza sanitaria, se non a causa dell’aumento del numero degli accessi nei Pronto Soccorso.

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