Una telefonata: “C’è un incendio a Scarmagno, una ditta che va fuoco”, ci prepariamo e partiamo, normale routine, ma non siamo Vigili del Fuoco siamo giornalisti.
Ci si avvia un po’ svogliati, avevamo appena finito di cenare, piove e uscire per fare l’ennesimo servizio è un po’ stressante, ma dopo pochi minuti che eravamo in macchina i telefoni impazziscono: “Ci sono state delle esplosioni, sembra che siano coinvolti dei Vigili del Fuoco…” tutto cambia, il cuore inizia a battere a mille, non importa l’entità dell’incendio, non importa lo scoop, non importa il servizio, ci sono dei Pompieri feriti.. Arriviamo sul posto, l’idea fissa sono i probabili “amici” Vigili del Fuoco feriti, si… amici perchè è così che diventa una persona che vedi tutti i giorni, loro per aiutare il prossimo tu per raccontare l’accaduto. Uomini e donne, padri e madri di famiglie, che quotidianamente mettono in repentaglio la propria vita a favore del prossimo, amici, potremmo dire “compagni di avventura”.
Tutto è diverso questa sera, le mani tremano, il cuore è a mille, non riesci a fare le foto, le riprese video vengono mosse, l’unico pensiero è rivolto agli infortunati, ma non per fare un articolo, vuoi sapere le loro condizioni, per tranquillizzare in primis te stesso poi gli altri. Iniziamo a raccogliere notizie, ci dicono che la squadra 81 e la squadra 86 è stata colpita in pieno dall’esplosione…. il cuore si ferma, le notizie arrivano frastagliate, ci guardiamo in faccia io e il mio collega, e senza dire niente ci siamo capiti al volo “al diavolo il servizio” aspettiamo a dare la notizia, non vogliamo agitare i parenti, amici e famigliari delle decine di unità impegnate nello spegnimento. Continuiamo a chiedere informazioni ma non come giornalisti, come un amico che viene a sapere che un proprio caro sta male e vuole accertarsi le sue condizioni. Il telefono non smette di suonare, tutti che ci domandano e tu, che non sai niente o poche cose frammentate non sai cosa rispondere, non sei li come reporter stai diventando un contatto diretto tra i famigliari e amici dei VVFF e l’inferno che stai vivendo in prima linea. È stata una nottata difficile, dove l’umanità ha preso il sopravvento sulla professionalità, ma sono contento, perchè quando il cinismo sarà così tanto che anche quando degli amici sono in pericolo di vita tu ne resti insensibile, forse allora sarà ora di cambiare lavoro.
Questo era un pensiero personale, ma tutta la redazione di ObietttivoNews ha condiviso in pieno e l’unico nostro pensiero va ai nostri eroi e alle loro famiglie con la speranza per una rapida guarigione e cosa dire: “a presto, ci si vede per strada, voi come sempre ad aiutare il prossimo e noi a raccontare le vostre fantastiche imprese…”
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